Titolo:

What are you doing taping

Player:
Partecipanti:
William Furlong
Country:
England
Year:
2006
Durata:
2'13
Info brano:
William Furlong ha lavorato con la voce registrata dall'inizio degli anni 1970, quando cominciò a  creare Audio Arts Magazine, riviste d’arte  su audiocassette. La voce umana, come sostiene lo stesso artista, è espressione de
Posizione:
227.a
Informazioni tecniche:
Playlist Roma The road to the Contemporary Art , 2009
Descrizione:

William Furlong ha studiato a Guildford, alla Scuola d’Arte e Mestieri (1960-65) e poi alla Royal Academy di Londra (1965-68). Ha insegnato alla Scuola d’Arte Epsom, a quella di Ealing  e poi a Wimbledon School of Art, dove è tuttoggi professore e collabora con gli studenti post-laurea e ricercato in fine arts.  William Furlong appartiene alla generazione di artisti britannici (che comprende Gilbert & George, Bruce McLean e Richard Long), che ha sviluppato tra gli anni 1970 e 1980 un nuovo concetto di scultura,. Furlong ha sperimentato nel campo del suono ed ha fondato insieme a Barry Barker  il progetto Audio Arts nel 1973, intraprendendo una mappatura del territorio sperimentale dell’ arte contemporanea producendo una serie di registrazioni su cassetta.
Il suo lavoro è legato alla ricerca sonora con particolare interesse per il fenomeno della percezione. Egli manipola il suono, lavorando con una miriade di fonti diverse: da conversazioni, dialoghi fino al canto degli uccelli. Ha esposto a livello nazionale e internazionale, e tra i suoi lavori più significativi, un’installazione sonora a  “Intelligence, New British Art 2000” alla Tate Britain e una mostra personale presso la South London Gallery di Londra (2002). Il lavoro “Walls of Sound” (1998), commissionata dalla Fondazione per la Scultura Cass,a Goodwood, è stato acquisito dalla Fondacion  Berardo di Lisbona. Furlong è stato anche coordinatore di “Venice Agendas”,
di una serie di simposi al che ha avuto luogo Wimbledon College of Art durante  quattro Biennali di Venezia (dal 2001- al 07).
Furlong scrive di sé: “I miei oggetti devono essere considerati come stimoli per la trasformazione del concetto di scultura, o di arte in generale. Essi dovrebbero provocare pensieri su ciò che la scultura può essere e come il concetto di scultura può essere esteso a materie invisibili che tutti utilizzano”.

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